Prevenzione e controllo delle ICA e degli MDRO:
è ora di cambiare!


La pandemia COVID-19 ha evidenziato con estrema crudezza quanto sia difficile prevenire efficacemente le infezioni correlate all’assistenza (ICA) quando un sistema sanitario non è in grado di assicurare la disponibilità di risorse sufficienti, umane e strutturali, per poter adeguatamente promuovere l’adozione di misure preventive evidence-based. Ha anche evidenziato l’importanza di una organizzazione per la prevenzione delle ICA, a livello nazionale e locale, in grado di estendersi su tutta la rete dei servizi, assicurando un continuum tra interventi negli ospedali e nei servizi territoriali.

Negli Stati Uniti, ove negli ultimi anni nell’ambito del National Healthcare Safety Network (NHSN) si era assistito ad una costante diminuzione a livello nazionale dei tassi di incidenza delle principali ICA, durante il periodo pandemico si è osservato al contrario un aumento delle infezioni.1 Tale aumento può essere attribuito a diversi fattori tra i quali anche le modifiche intervenute nella disponibilità di personale formato, le modifiche organizzative che si sono rese necessarie negli ospedali, la sospensione delle attività di audit e feed-back dell’adesione alle pratiche raccomandate, precedentemente frequenti negli ospedali statunitensi partecipanti al NHSN.

La lezione che si trae dall’esperienza degli ultimi due anni è che è divenuto ormai urgente far fare un salto di qualità ai programmi di controllo delle ICA, rendendo sempre più diffuso un approccio sistemico alla sicurezza dal rischio infettivo in ambito assistenziale, mettendo in pratica quanto raccomandato dal WHO nelle raccomandazioni sulle componenti “Core” per la prevenzione e il controllo delle ICA,2 ossia di costruire programmi efficaci basati su 8 componenti essenziali:

1. l’esistenza di una infrastruttura organizzativa per la gestione del programma di controllo;

2. l’esistenza di linee guida e raccomandazioni basate su evidenze;

3. programmi per la formazione e addestramento in tema di controllo delle ICA;

4. sistemi di sorveglianza in grado di rilevare i dati necessari a identificare le priorità e a valutare l’effetto degli interventi;

5. attività di monitoraggio della implementazione delle linee guida e audit dell’adesione alle misure raccomandate;

6. la disponibilità di personale sufficiente a realizzare un rapporto personale versus pazienti appropriato ad evitare un carico di lavoro eccessivo;

7. le caratteristiche strutturali che possono influenzare l’adesione alle misure raccomandate e la disponibilità dei materiali e delle attrezzature necessarie;

8. il mettere in pratica strategie di intervento mirate a realizzare i cambiamenti necessari attraverso interventi multimodali.

Il Congresso della SIMPIOS che si tiene a fine settembre ad Ancona ha l’obiettivo di discutere queste componenti, per favorire la traduzione nella pratica di questi principi, con particolare attenzione al tema di come avviare programmi multimodali di implementazione di misure evidence-based, in diversi ambiti prioritari, tra i quali l’igiene delle mani, le infezioni in terapia intensiva o in chirurgia. Parteciperanno alle diverse sessioni esperti a livello nazionale e internazionale, che relazioneranno su esperienze di successo che potranno essere utili ai partecipanti per trasferire nella loro realtà quanto sperimentato altrove.

Vogliamo dare un sincero benvenuto a tutti coloro che parteciperanno al convegno, con la speranza che questo evento possa in parte contribuire a rafforzare la capacità di contrastare il rischio infettivo in ambito assistenziale nel nostro Paese.


Maria Luisa Moro,
Marcello D’Errico

Presidenti del Congresso